martedì 30 marzo 2010

Contraddizioni evangeliche: asine e puledri


Continuo a citare da Jesus, Interrupted di Bart Ehrman, per evidenziare alcuni brani evangelici che mostrano incoerenze e contraddizioni.

Subito prima dell'episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio, di cui ho già parlato, l'autore del Vangelo di Marco pone l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme.

Vangelo secondo Marco, 11 (composto tra il 65 e l'80):
1 Quando furono giunti vicino a Gerusalemme, a Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio che è di fronte a voi; appena entrati, troverete legato un puledro d'asino, sopra il quale non è montato ancora nessuno; scioglietelo e conducetelo qui da me. 3 Se qualcuno vi dice: "Perché fate questo?" rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, e lo rimanderà subito qua"».
4 Essi andarono e trovarono un puledro legato a una porta, fuori, sulla strada, e lo sciolsero. 5 Alcuni tra quelli che erano lì presenti dissero loro: «Che fate? Perché sciogliete il puledro?» 6 Essi risposero come Gesù aveva detto. E quelli li lasciarono fare. 7 Essi condussero il puledro a Gesù, gettarono su quello i loro mantelli ed egli vi montò sopra.
La narrazione del Vangelo secondo Matteo è molto simile, ma si specifica che l'ingresso a cavallo di un'asina verifica una profezia biblica, quella contenuta in Zaccaria 9,9.
Vangelo secondo Matteo, 21 (composto tra l'80 e il 90):
1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un'asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me. 3 Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà».
4 Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta:
5 «Dite alla figlia di Sion:
"Ecco il tuo re viene a te,
mansueto e montato sopra un'asina,
e un asinello, puledro d'asina"».
6 I discepoli andarono e fecero come Gesù aveva loro ordinato; 7 condussero l'asina e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli e Gesù vi si pose a sedere.
L'autore del Vangelo secondo Luca, invece, ignora la profezia e torna ad una versione sostanzialmente simile a quella marciana.
Vangelo secondo Luca, 19 (composto tra l'85 e il 95):
29 Come fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, mandò due discepoli, dicendo: 30 «Andate nella borgata di fronte, nella quale, entrando, troverete un puledro legato, su cui non è mai salito nessuno; slegatelo e conducetelo qui da me. 31 Se qualcuno vi domanda perché lo slegate, direte così: "Il Signore ne ha bisogno"».
32 E quelli che erano stati mandati partirono e trovarono tutto come egli aveva detto loro. 33 Mentre essi slegavano il puledro, i suoi padroni dissero loro: «Perché slegate il puledro?» 34 Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». 35 E lo condussero a Gesù; e, gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù.
L'autore del Vangelo secondo Giovanni narra la storia differentemente, tralasciando l'episodio dei discepoli che su istruzione di Gesù vanno a prendere la cavalcatura, ma facendo esplicito riferimento alla profezia soddisfatta.
Vangelo secondo Giovanni, 12 (composto tra il 90 e il 120):
12 Il giorno seguente, la gran folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13 prese dei rami di palme, uscì a incontrarlo, e gridava: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!» 14 Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
15 «Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
montato sopra un puledro d'asina!»
Dove si trova l'incongruenza? Non nella citazione, dato che Giovanni semplicemente cita Zaccaria in forma ridotta, ma c'entra sempre la profezia.

L'autore del Vangelo secondo Matteo vuole evidenziare che Gesù soddisfa numerose profezie contenute nell'Antico Testamento; questo vangelo, infatti, riporta frequentemente le profezie precedute dalla locuzione "Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta", o una simile. Il problema sorge nel momento in cui l'autore di Matteo mostra di non comprendere le profezie e quindi ne racconta l'adempimento in modo errato.

L'esempio lampante è l'equivoco tra la "giovane donna" e la "vergine" che ha dato vita al mito della nascita di Gesù da una vergine, ma anche qui si può ritrovare un caso simile. Infatti la profezia contenuta in Zaccaria 9,9 recita:
Esulta grandemente, o figlia di Sion,
manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme;
ecco, il tuo re viene a te;
egli è giusto e vittorioso,
umile, in groppa a un asino,
sopra un puledro, il piccolo dell'asina.
Come spiegato dagli studiosi della Bibbia ebraica, le prime due righe e le ultime due sono l'applicazione di una figura retorica della poesia ebraica nota come "parallelismo sinonimo", in cui il secondo emistico (il secondo verso della coppia) non è altro che una ripetizione rielaborata del primo emistico, di cui convoglia lo stesso significato con parole diverse.

Nel caso di Zaccaria 9,9, si presentano due parallelismi sinonimi. All'inizio del brano si dice infatti "Esulta grandemente, o figlia di Sion", e il secondo verso non è altro che una ripetizione del primo con altre parole, "manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme" (Sion = Gerusalemme). Alla fine del brano, invece, abbiamo la ripetizione "in groppa a un asino" e "sopra un puledro, il piccolo dell'asina"; il parallelismo indica che si tratta di un solo asino, non di due. E infatti gli autori dei vangeli secondo Marco, Luca e Giovanni narrano di un solo animale.

L'autore del Vangelo secondo Matteo, invece, dimostra di non aver colto la figura retorica del testo ebraico e crede che la profezia richieda la presenza di due animali; così, quando narra l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, Matteo "inventa" la presenza di un'asina e del suo puledro, invece di un solo asino come ragionevolmente detto da Marco prima di lui e da Luca e Giovanni dopo di lui.

Credo che questo piccolo dettaglio mostri come le esigenze teologiche degli evangelisti li portassero a modificare la narrazione degli eventi, senza che questa loro libertà di manipolazione fosse ostacolata dall'esigenza di narrare i fatti storici.

I testi del Nuovo Testamento sono presi dall'edizione Nuova Riveduta dal sito laparola.net. L'immagine è invece "Jesus on a Donkey at the Catedral de Sevilla", di Leigh Rowan.

4 commenti:

  1. Non ho verificato i dettagli esegetici che hai descritto, ma questa volta posso dire che sono concettualemente d'accordo con le tue conclusioni.

    Infatti parli di "questo piccolo dettaglio". Già: è proprio un piccolo dettaglio.

    Come ho già detto nei commenti al post precedente i Vangeli non sono racconti storici o di cronaca, nonostante contengano anche
    fatti storici e di cronaca.

    Se anche lo fossero stati in modo esclusivo, avrebbero comunque avuto discrepanze nei dettagli dei racconti: è infatti normale che testimoni degli stessi fatti riportino versioni leggermente diverse nei dettagli ma concordino nei fatti essenziali (predicazione, miracoli, passione, resurrezione...) anche tenendo presente i diversi momenti in cui questi racconti vengono redatti.

    Nella fattispecie: tutti concordano che Gesù entra in Gerusalemme sulla groppa di un asino come segno di realizzazione delle profezie e segno messianico. Ma è importante tenere saldo il significato teologico dell'asino (altrimenti le profezie non servono a nulla!): a differenza del cavallo è un animale umile, che serve il lavoro quotidiano dell'uomo. Un animale da soma, che "prende su di se il peso", come Cristo "prende su di se il peso dei nostri peccati". Non è una macchina da guerra come un prode su un cavallo. Che il messia sia in groppa un umile asino come uno che serve, non è indifferente.

    Questi si, è davvero importante, al di la del fatto storico in se o se erano uno o due puledri.

    Inoltre non bisonga pretendere da Matteo chissà quali virtù esegetiche o interpretative: non è questo
    ciò che si intende quando si parla di "testo ispirato" dei Vangeli (e della Scrittura in genere), altrimenti l'ispirazione divina coinciderebbe con l'erudizione e la conoscenza, ma queste ultime sono virtù meramente umane: il cristianesimo non è gnosticismo.

    L'ispiragione divina invece agisce "anche" e "nonostante" i limiti umani ed è proprio questo che è importante e che da valore ispirato alla Sacra Scrittura.

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  2. Non riesco a comprendere una parte del tuo ragionamento.

    Se le narrazioni evangeliche, come per esempio il racconto dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme, sono conflazioni di eventi storici e di allegorie teologiche, come fai a distinguere (1) ciò che è storia da ciò che è teologia e (2) il messaggio di Gesù da quello degli evangelisti?

    Ciao,
    IlCensore

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  3. Quisquiglie, pinzillacchere, come diceva Totò

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