giovedì 23 settembre 2010

I versetti satanici del Corano

Pochi aspetti dell'Islam sono famosi in Occidente come i famigerati versetti satanici del Corano, divenuti celebri per l'omonimo romanzo di Salman Rushdie e soprattutto per la condanna di questo libro da parte delle autorità religiose islamiche, condanna che si è tradotta in una taglia sulla vita dell'autore e sui suoi collaboratori (il traduttore giapponese fu ucciso, quello italiano accoltellato e quello norvegese ferito).

Seppure famosi, pochi ne conoscono la storia, che invece è interessante e, credo, anche istruttiva. Eccone una sintetica presentazione.

Origine dei versetti satanici

Nella ventitreesima sura del Corano, intitolata «An-Najm» (La stella), vi sono alcuni versetti che recitano (19-23):
19 Cosa ne dite di al-Lāt e al-ʿUzzā, 20 e di Manāt, la terza? 21 Avrete voi il maschio e Lui la femmina? 22 Che ingiusta spartizione! 23 Non sono altro che nomi menzionati da voi e dai vostri antenati, a proposito dei quali Allah non fece scendere nessuna autorità. Essi si abbandonano alle congetture e a quello che affascina gli animi loro, nonostante sia giunta loro una guida del loro Signore.
Questi versetti hanno una storia travagliata, stando a quanto raccontano le copie annotate del Corano ad opera di Ṭabarī (839-923) e al-Wāqidī (745-822) e la prima biografia di Maometto, composta da Ibn Isḥāq (704 circa-761) circa 120-130 anni dopo la morte del profeta.

I racconti differiscono per i particolari, ma narrano che Maometto voleva riconciliarsi col suo popolo, che gli aveva voltato le spalle dopo che il profeta aveva iniziato a predicare la nuova religione in opposizione al paganesimo imperante. Allora Allah gli ispirò la sura «An-Najm», che Maometto stava recitando davanti ai meccani su suggerimento dell'arcangelo Gabriele, quando Satana intervenne e gli mise sulla lingua i seguenti versi, i famigerati "versetti satanici":
Cosa ne dite di al-Lāt e al-ʿUzzā, e di Manāt, la terza? Ecco le gharānīq, la cui intercessione è cosa grata a Dio.
Poiché quella formata da al-Lāt, al-ʿUzzā e Manāt era una triade di divinità femminili adorata dagli arabi, i pagani della Mecca furono felici del discorso di Maometto; vi fu persino il ritorno dei fuoriusciti meccani (sostenitori del profeta che erano stati costretti a riparare in Abissinia), convinti che vi fosse stata una riconciliazione.

Ma l'arcangelo Gabriele, qualche tempo dopo, si recò da Maometto rimproverandogli di aver pronunciato frasi che non gli aveva suggerito. Maometto si addolorò, ma Allah lo consolò inviandogli la sura «Al-Hajj» (Il pellegrinaggio) in cui afferma che:
52 Non inviammo prima di te nessun messaggero e nessun profeta senza che Satana si intromettesse nella sua recitazione. Ma Allah abroga quello che Satana suggerisce. Allah conferma i Suoi segni. Allah è sapiente, saggio.  53 [Allah] fa sì che i suggerimenti di Satana siano una tentazione per coloro che hanno una malattia nel cuore, per coloro che hanno i cuori induriti. In verità gli ingiusti sono immersi nella discordia.
Dopo aver consolato Maometto, Allah cambiò i versetti satanici nella versione ora preservata.

Autenticità dei versetti

Il problema centrale di questo episodio è che la versione "satanica" dei versetti è una chiara ferita al monoteismo perfetto dell'Islam, mentre tutto l'episodio mette in discussione l'infallibilità del profeta. L'introduzione di tre dee pagane nell'Islam è palesemente una ferita al monoteismo perfetto: Allah passerebbe da essere l'unico Dio al primo degli dei. D'altro canto questo episodio stabilirebbe un pericoloso precedente che metterebbe in dubbio la perfezione della trasmissione della parola di Dio. Per questo motivo gli studiosi islamici, antichi e moderni, rigettano questo episodio, il quale «contraddice l'infallibilità di ogni profeta nel riportare le parole del Signore».

Altri studiosi, però, affermano che si tratta di un episodio verosimile, che mostra come l'idea del monoteismo di Maometto si evolvette col tempo. Nessun musulmano potrebbe aver inventato questo episodio (criterio dell'imbarazzo), né è possibile che sia stato inventato da un non-musulmano e accettato dai musulmani. Maometto non si accorse immediatamente che l'introduzione delle tre dee nella posizione di intermediatrici avrebbe inficiato il monoteismo della sua religione e dunque dovette modificare la sua versione.

Al di là dell'autenticità dell'episodio, credo che sia evidente che si tratta di un evento quantomeno verosimile. Non sarebbe la prima volta che un uomo cambia idea su quello che ha detto, che evolve la sua concezione, né mi pare scandaloso dirlo.

Per le fonti del post si veda Irving M. Zeitlin, The historical Muhammad, Polity, 2007, ISBN 0745639992, pp. 113-115. La traduzione italiana del Corano è presa da sufi.it.

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