lunedì 10 gennaio 2011

Affermazioni incredibili a confronto: i due pesi e le due misure dei credenti

Sul sito Common Sense Atheism, Luke Muehlhauser fa notare come i credenti utilizzino due pesi e due misure nel valutare le affermazioni incredibili.

Lo spunto è una citazione di Richard Carrier, tratta dal capitolo «Why the Resurrection is Unbelievable» («Perché la resurrezione non è credibile») del libro The Christian Delusion:
Cinquant'anni dopo la fine delle Guerre persiane nel 479 a.C., Erodoto di Alicarnasso chiese a numerosi testimoni oculari e ai loro figli informazioni sulle cose che accaddero in quegli anni, e scrisse un libro a riguardo. Sebbene mostri spesso una mente critica e scettica, talvolta dichiarando il nome delle sue fonti e persino mettendone in dubbio l'affidabilità di fronte a racconti sospetti o in conflitto tra loro, cionondimeno riporta senza ombra di dubbio che il tempio di Delfi si difese magicamente con armi animate, fulmini e pareti rocciose che collassavano; che al sacro albero di ulivo di Atene, sebbene bruciato dai Persiani, crebbe un nuovo ramo lungo un braccio in un solo giorno; che una miracolosa marea spazzò via un intero contingente persiano dopo che questo aveva dissacrato un'immagine di Poseidone; che un cavallo partorì un coniglio; e che un'intera città fu testimone della risurrezione di massa di pesce cucinato!

Carrier continua:
Credete che queste cose accadano? Perché no? ... Per esempio, direte che queste cose non accadono veramente perché nulla di simile accade oggi, e certamente mai in vostra presenza. Il pesce cucinato non risorge. I conigli non spuntano dai cavalli. I templi non si difendono con fenomeni atmosferici miracolosi o armi volanti... Queste cose le sapete per vostra esperienza personale, come pure per quella di innumerevoli altre persone, specie dopo secoli di ricerca scientifica. Ma sapete anche che la gente mente... Le persone esagerano, raccontano storie incredibili, creano miti e leggende edificanti, e si sbagliano in molti modi... come sappiamo bene, le storie false sono comuni. Ma i miracoli, chiaramente, no.

Allora cos'è più probabile? Che miracoli come questi accadano davvero, mentre voi e tutti coloro di cui vi fidate, incluso ogni scienziato o indagatore negli ultimi secoli, casualmente li hanno mancati tutti? O che queste sono solo storie incredibili? Io credo che la risposta sia la seconda. E sospetto che siate d'accordo con me.

Si tratta di una norma che seguiamo tutti. I vostri dubbi diventano ancora più forti quando non potete interrogare i testimoni; quando non sapete neppure chi sono; quando non avete la loro testimonianza diretta ma quella di qualcun altro; quando esiste uno scopo nella narrazione, qualcosa che il narratore sta cercando di farvi credere; quando i testimoni o gli autori sono un po' strani o eccessivamente zelanti. E così via. Tutti la pensiamo così, e a ragione.

Per queste ragioni, e per altre, consideriamo correttamente [i miracoli descritti da Erodoto] delle storie divertenti che non sono vere.

Credo che Carrier abbia ragione su questo punto: di fronte a storie fantastiche e lontane dalle nostre esperienze siamo molto diffidenti, e quando non sappiamo da dove vengono o quanto possiamo fidarci dei testimoni, siamo ancor più diffidenti. Del resto è per questo motivo che pochi credono davvero che Elvis Priesley sia ancora vivo, o che esista il mostro di Loch Ness, o che la gente venga rapita dagli UFO, malgrado tante persone affermino la verità di questi fatti.

La gran parte delle persone vive utilizzando standard molto elevati di scetticismo e di dubbio di fronte ad affermazioni estremamente fuori dal comune. Eppure tantissime persone sospendono la loro incredulità di fronte alle affermazioni della religione.

Luke, ad esempio, paragona i racconti di Erodoto ad un brano evangelico in particolare:
E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s'aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti. (Vangelo secondo Matteo, 27:50-53, edizione CEI)
Secondo l'evangelista, alla morte di Gesù vi fu un terremoto e «molti corpi dei santi» risuscitarono e, entrati in città, «apparvero a molti». Eppure nessuno, oltre all'evangelista, sembra essersi reso conto di questi eventi notevoli, sia naturali (il terremoto) che sovrannaturali (la risurrezione dei morti e le loro apparizioni). Non sappiamo chi sia realmente l'autore di questo brano, ma sappiamo che non era un testimone diretto dei fatti e che ha la tendenza a inserire racconti poco verosimili, spesso per perseguire un proprio scopo, quello di convincerci della verità di certe sue idee.

Ma tante persone, altrimenti molto scettiche verso affermazioni come quelle di Erodoto, gli credono. Perché?

L'articolo è un plagio di prende ispirazione da «Why Resurrection is Unbelievable (Part 1)», di Luke Muehlhauser.

9 commenti:

  1. i credenti,per costruire l'attendibilità dell'evento resurrezione e miracoli gesuani,si appellano al classico argomento della vicinanza del racconto agli eventi (30 o 40 anni come minimo,secondo certi storici,50 e più secondo altri,anche qui,con delle forti contrapposizioni),oppure al classico argomento della rapida diffusione del cristianesimo...certo,io non mi sono mai messo lì a smontarli,sia per mancaza di tempo,sia perchè ovviamente non ho quella preparazione antichistica che consentirebbe di capire il greco koinè di quell'epoca,sta di fatto che per esempio a molti storici non gliene fotte minimamente dell'argomento resurrezione limitandosi a trattare il piano storico a prescindere da quello della fede (credo che siano davvero pochi gli storici che tentano di fare questo connubio).

    Claudio

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  2. @IlCensore

    Molto bello. Sono d'accordissimo con le tue parole:

    "storie fantastiche e lontane dalle nostre esperienze siamo molto diffidenti"

    infatti: per me Gesù Cristo non è lontano dalla mia esperienza, quindi non ho motivo di essere diffidente.

    e quando non sappiamo da dove vengono o quanto possiamo fidarci dei testimoni, siamo ancor più diffidenti.

    giustissimo! infatti mi fido di più della mia esperienza personale.

    Su Priesley-Loch Ness mi hai tolto le parole di bocca.....Elvis Priesley non l'ho incontrato. il mostro di Loch Ness neanche. UFO neanche.
    Ma Gesù Cristo Risorto si!

    E hai ragionissimo quando dici che non esiste nessuna "prova" epistemiologicamente parlando della Resurrezione: e aggiungo Grazie a Dio! E' una vera "salvezza" per la fede perché se così non fosse saremmo in un certo senso "obbligati" a credere tanto di più quanto sono plausibili tali prove (e chi lo decide se lo sono, gli "sudiosi"? e chi sono loro meglio di me per dirmi in cosa devo credere?): sarebbe davvero una brutta cosa per la nostra libertà! E invece siamo tutti liberi. Come Dio ci ha fatto. Anche per chi non ci crede. Non è fantastico?

    Così gli Apostoli, così ad Emmaus, non hanno creduto alla Resurrezione fin quando non hanno incontrato il Risorto per davvero. Così è stato con me, così per molti in passato, nel presente e così sarà nel futuro.

    Stavolta sono completamente d'accordo con te!

    10 e lode.

    PS1: l'evento del terremoto in Mt che hai citato è considerato non storico da molti esegeti in base ad alcuni criteri di storicità adottati.

    PS2: risponderò in seguito ad "Anonimo / Claudio": i suoi argomenti sono molto interessanti.

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  3. Personalmente ritengo la scusa della presunta vicinanza degli eventi (30-50 anni) una forzatura. Si pensi alle difficoltà dei testimoni (e alla facilità con i quali tali ricordi possono essere ricreati) di ricostruire particolari di avvenimenti accaduti pochi mesi addietro. O meglio ancora, per fare un esempio più calzante, basterebbe pensare a cosa accadrebbe se dovessimo riportare la testimonianza di nostro padre su avvenimenti che lo coinvolsero come testimone durante la sua giovinezza: come minimo ne faremmo una versione romanzata. Si aggiunga che le testimonianze erano poi volte a giustificare e difendere l'identità della setta stessa e che quindi avevano una convenienza che ricadeva direttamente su coloro che le diffondevano. Innestiamo tutto nel modo di pensare dell'epoca ed ecco servito (un po' semplicisticamente, invero), il nuovo testamento.

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  4. C'e' da dire che Erodoto per la maggior parte degli eventi piu' soprannaturali e inspiegabili che riporta, utilizza formule dubitative (del tipo: "si dice", "si narra"). Diciamo in genere che l'intervento diretto, eclatante, della divinita' lo lascia abbastanza sciettico. Crede invece evidentemente negli oracoli (come tutti i greci dell'epoca a quanto io sappia), anche se e' consapevole di alcune manipolazioni intenzionali ed anche, implicitamente, della natura ambigua delle previsioni.

    Aggiungo en passant: non e' cosi' improbabile che una cavalla abbia partorito un coniglio (si sara' trattato probabilmente di un feto equino abortito in uno stato intermedio di sviluppo). Anche ad un altro aneddoto raccontato da Erodoto con una certa sicurezza (il soldato che vede un avversario enorme avventarglisi contro, e poi diventa cieco) e' stata data una possibile spiegazione scientifica: un distacco di retina sopraggiunto durante la battaglia.

    Tutto questo, solo per difendere il buon Erodoto...

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  5. Censore, "ma che cazzo vuoi!"

    Ci sono altre testimonianze sull'esistenza di Gesù:
    http://www.youtube.com/watch?v=zX2g74wAEiM

    Saluti

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  6. @ Marcoz :

    Per cortesia... mi trovi qualche testimonianza anche su Maometto ?


    Davide

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  7. Mi dispiace, non conoscendo l'arabo, difficilmente potrei essere d'aiuto.

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  8. @Anonimo / Claudio

    Infatti tutti gli argomenti pur ragionevolissimi cui i cristiani si "appellano", come dici, a "dimostrazione" di vari fatti e "prove" (sulla resurrezione, veridicità dei vangeli etc...) in realtà non dimostrano proprio nulla: possono al massimo solo dare conferma a chi già crede a certi punti (resurrezione, incarnazione, etc...).

    Qui bisogna chiarire il concetto di "dimostrare": la fede non si dimostra nel senso che noi moderni diamo a questa parola (significato, appunto, epistemiologico). E' invece un "dimostrare" che somiglia più a un "mostrare": finisce per avere un senso solo se si è già disponibili almeno ad accoglie la fede in spirito di libertà, il che presuppone già se non la fede stessa almeno l’apertura verso di lei.

    E chi non lo accoglie? Naturalmente non vedrà in queste "dimostrazioni" alcuna "prova" di un bel niente.

    Comunque sarà la tua via, avrai sempre dei dubbi con cui fare i conti.

    Viva la libertà!

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  9. fab, se assommi questo tuo ultimo commento a quello "11 gennaio 2011 13:19", la tua posizione è completamente avulsa dal contenuto del post.

    Tu credi alla realtà della risurrezione di Gesù nel senso in cui non credi alla risurrezione dei pesci cucinati?

    Se la risposta fosse sì, per quale motivo credi all'uno e non all'altro, se non hai nessuna esperienza fenomenologica diretta della risurrezione di Gesù?

    «Qui bisogna chiarire il concetto di "dimostrare": [...]. E' invece un "dimostrare" che somiglia più a un "mostrare": finisce per avere un senso solo se si è già disponibili almeno ad accoglie la fede in spirito di libertà, il che presuppone già se non la fede stessa almeno l’apertura verso di lei.»

    In altre parole, in quanto fedele credi solo a ciò che conferma quello in cui vuoi credere, e ignori tutto ciò che lo nega.

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