martedì 12 luglio 2011

La parabola del giardiniere invisibile

Da Theology and Falsification, di Anthony Flew (1950):
C'erano una volta due esploratori che giunsero ad una radura nella giungla. Nella radura crescevano molti fiori e molte piante infestanti.

Un esploratore disse: «Qualche giardiniere deve curare questo appezzamento». L'altro non era d'accordo, «Non c'è alcun giardiniere». Così montarono le loro tende e si misero di guardia. Non videro alcun giardiniere.

«Ma forse è un giardiniere invisibile». Allora eressero una recinzione di filo spinato. L'elettrificarono. Vi fecero la guardia con dei segugi (poiché si ricordavano come l'Uomo invisibile di H.G. Welles poteva essere odorato e toccato ma non visto). Ma nessun grido suggerì mai che qualche intruso avesse ricevuto una scossa. Nessun movimento del filo fece scoprire mai un invisibile scavalcatore.

«Ma un giardiniere c'è, invisibile, intangibile, insensibile alle scosse elettriche, un giardiniere senza odore e che che non fa rumore, un giardiniere che viene segretamente ad attendere al giardino che ama».

Alla fine lo Scettico si disperò, «Ma cosa resta della tua affermazione originaria? In che modo quello che chiami un giardiniere invisibile, intangibile ed eternamente elusivo, è diverso da un giardiniere immaginario o persino da nessun giardiniere?».

Piacerebbe anche a me saperlo.



Articolo ispirato da John Loftus, «Two Questions From the Grave, by Antony Flew and Carl Sagan», Debunking Christianity, 3 luglio 2011. La foto è «Sun Yat-Sen», di ecstaticist (CC by-nc-sa 2.0).

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