sabato 3 settembre 2011

Collezione domenicale di links (V)

Il significato della storia di Adamo ed Eva
In «The Lesson of Adam and Eve» Sean Carroll si chiede quale sia, per i cristiani, l'interpretazione dell'episodio di Adamo ed Eva (letteralmente vero, metafora, mito) e rigetta l'insegnamento centrale della storia: quello di scegliere l'obbedienza a Dio piuttosto che la conoscenza.

Iconografia antica della crocifissione
In «Early images of the Crucifixion», Dorothy King spiega come la raffigurazione della crocifissione sia stata introdotta molto tardi nell'iconografia cristiana, tanto che il suo primo esemplare conosciuto risale al 420 in ambito privato e al VI secolo in ambito pubblico.

L'infertilità rituale delle ebree ortodosse
Ho scritto in passato sul divieto per gli uomini ebrei di toccare le donne «impure» (divieto che vale anche per cristiani e musulmani, tra l'altro). Nell'articolo «Sex and Taboos in Orthodox Judaism», Ebonmuse spiega come questa prescrizione biblica porti ad una sorta di infertilità rituale, e come si suggerisca alle donne ebree ortodosse di superarla con cure ormonali o sottoponendo le proprie perdite di sangue ai rabbini, piuttosto che abbandonare questa pratica arcaica.

La legislazione anti-blasfemia è una limitazione della libertà di parola; se ne accorge anche l'ONU
In un altro vecchio articolo dicevo come la legislazione anti-blasfemia, diffusa in Paesi di tutti gli ordinamenti, è talvolta un privilegio concesso al pensiero religioso (come avviene in Italia ed Irlanda, per esempio) talaltra un più pericoloso strumento per opprimere le minoranze religiose. Finalmente anche l'ONU se n'è accorto, tanto che il Comitato per i diritti umani ha recentemente passato una risoluzione che riconosce la legislazione anti-blasfemia come una limitazione dei diritti umani. Ne parla l'articolo «United Nations Affirms the Human Right to Blaspheme».

Gli evangelici devono scegliere tra scienza e fede riguardo ad Adamo ed Eva
La comunità evangelica statunitense è scossa dalla presa di posizione esplicita di alcuni scienziati evangelici, i quali hanno apertamente dichiarato che la scienza ha confutato l'esistenza di Adamo ed Eva, coppia primordiale dalla quale sarebbero discesi tutti gli esseri umani. Il problema è che la fede evangelica impone di credere che la Bibbia sia letteralmente vera. Ne parla «Evangelicals Question The Existence Of Adam And Eve».

Cosa non è riuscito ad entrare nella Bibbia?
L'ispezione post-parto di Maria, la vera differenza di età tra Giuseppe e Maria, Gesù bambino dispettoso, Gesù e il sesso sacro (e qui mi sono garantito l'attenzione del mio lettore) e altre storie che non ce l'hanno fatta ad entrare nel Nuovo Testamento: Bart Ehrman le presenta nel suo articolo «What Didn't Make Into The Bible?». Mi aspetto che alcuni lettori storcano la bocca davanti ad esse, ma solo perché sono poco familiari: per alcuni cristiani erano importanti come lo sono le storie dell'infanzia di Gesù di Luca e Matteo per i cristiani di oggi (anche se immaginarsi l'ispezione di Maria nel presepe...).

Il sangue di Wojtyla fermerà la violenza in Messico
O almeno così sperano i cattolici messicani, che hanno chiesto e ottenuto che una fiala di sangue del papa polacco sia portata in giro per il Paese. Il Messico è attualmente scosso da una guerra non dichiarata tra le forze armate e i cartelli della droga; la fiala di sangue del beato, accompagnata da una sua statua, farà il giro del Paese e porrà fine agli scontri. Ulteriori dettagli in «Catholics pin hopes on dead Pope’s blood to stem gang crime in Mexico».

6 commenti:

  1. quello di scegliere l'obbedienza a Dio piuttosto che la conoscenza.

    qui manipoli le parole: innanzitutto dovresti dire "conoscenza del bene e del male" perchè è a questo che si riferisce il testo originario. Secondo qui conoscenza la si intende in senso biblico, che non è la "conoscenza" come la intendiamo noi (che so... della biologia, della tecnica, della filosofia...). "conoscere" in senso biblico vuol dire fare esperienza, entrare in relazione compromettendosi con qualcosa, anzi con qualcuno. Per come lo dici tu sembra che l' obbedienza a Dio (che è libertà e non essere soggiocati) sia contrapposta alla conoscenza del mondo o delle cose. Ma non è questo che si intende correttamente.

    Iconografia antica della crocifissione

    sul crocefisso: alcune fonti lo fanno risalire invece al secondo o terzo secolo. C'è un graffito rinvenuto proprio a Roma (ce l'ho stampato in un libro di Storia "La Chiesa nella Storia" vol 1 pagina 55 di Guiducci-Erba, edizione Elledici 2008).
    Si tratta del famoso "Alessameno adora il suo Dio" di cui ho trovato una copia qui con google che prova senza ombra di dubbio che già in epoca di persecuzione (trattandosi di una presa in giro) il crocefisso già creava scandalo fra i pagani ed era "adorato" dai cristiani. Non è quindi una tesi sostenibile (anzi direi che è un meme difficile a morire) la storia che lo vederebbe diffondersi solo in epoca imperiale post costantiniana.

    Inoltre l'importanza della croce e la simbologia salvifica e centrale per il mistero di Cristo, è confermata da tutti e quattro vangeli canonici e da sempre vissuta dalla Chiesa fin da epoca apostolica.

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  2. «qui manipoli le parole: innanzitutto dovresti dire "conoscenza del bene e del male"»

    Che è una conoscenza, fino a prova contraria.

    «Secondo qui conoscenza la si intende in senso biblico, che non è la "conoscenza" come la intendiamo noi (che so... della biologia, della tecnica, della filosofia...). "conoscere" in senso biblico vuol dire fare esperienza, entrare in relazione compromettendosi con qualcosa, anzi con qualcuno.»

    Prove?

    «Per come lo dici tu sembra che l' obbedienza a Dio (che è libertà e non essere soggiocati) sia contrapposta alla conoscenza del mondo o delle cose. Ma non è questo che si intende correttamente.»

    Dio chiede all'uomo di non conoscere il bene e il male, dunque chiede di non conoscere (e questo vale sia se "conoscere" sta per "conoscere", sia se sta per "fare esperienza"). Che "obbedire" sia "essere liberi" mi pare un controsenso di orwelliana memoria.

    «Non è quindi una tesi sostenibile (anzi direi che è un meme difficile a morire) la storia che lo vederebbe diffondersi solo in epoca imperiale post costantiniana.»

    Evidentemente non hai letto l'articolo che critichi. Ad ogni modo, ammetterai che l'autore del graffito non fosse cristiano, dunque non è un esempio di iconografia cristiana.

    «Inoltre l'importanza della croce e la simbologia salvifica e centrale per il mistero di Cristo, è confermata da tutti e quattro vangeli canonici e da sempre vissuta dalla Chiesa fin da epoca apostolica.»

    Non vedo cosa c'entri con l'articolo, che parla di iconografia.

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  3. Non capisco quale genere di "prove" chiedi. Qualunque esegeta sa che "conoscenza" nella bibbia è intesa in quel modo, e non solo nella Genesi. Il termine ebraico (che ora non ricordo) e che viene tradotto in italiano in "conoscenza" vuol dire quelle cose che ti ho spiegato.

    Se poi tu le intendi in altro modo, è una interpretazione personale e soggettiva.

    L'iconografica non c'entra ovviamente, ma dimostra che la croce era adorata dai cristiani molto prima del IV secolo.

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  4. «Non capisco quale genere di "prove" chiedi. [...] Il termine ebraico (che ora non ricordo) e che viene tradotto in italiano in "conoscenza" vuol dire quelle cose che ti ho spiegato.»

    Un testo o un link che dica di quale termine stiamo parlando, cosa significava tra gli ebrei di 2700 anni fa e (magari) perché i traduttori di oggi continuano a tradurlo con "conoscenza" invece che con "fare esperienza", ecco, andrebbe più che bene.

    «Se poi tu le intendi in altro modo, è una interpretazione personale e soggettiva.»

    Veramente è chi afferma che "conoscenza" non vuol dire "conoscenza" che ha l'onere della prova.

    «L'iconografica non c'entra ovviamente, ma dimostra che la croce era adorata dai cristiani molto prima del IV secolo.»

    No, dimostra che prima del IV secolo i cristiani adoravano qualcuno messo in croce.

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  5. anche "fare esperienza" sarebbe sbagliato. bisognerebbe tradurre non con uno ma con una serie di termini, ma allora non sarebbe piu una traduzione. Ogni traduzione è una interpretazione. Non c'è scampo. Spesso quello che si fa, nelle Sacre Scritture, ci si affida alla tradizione.

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  6. Sarebbe comunque meglio di "conoscere".

    Ad ogni modo, tutte le traduzioni a me note parlano di "conoscere", nessuna suggerisce un significato alternativo, dovresti dunque portare qualche prova che la parola ebraica originale (quale) significa altro.

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