martedì 19 febbraio 2013

Per i cattolici i feti sono persone, a meno che non significhi pagare di tasca propria

Un ospedale cattolico statunitense, citato in giudizio per omicidio colposo, rigetta la dottrina cattolica sostenendo che i feti non sono persone.

Nel 2006, Lori Stodghill fu portata al pronto soccorso del St. Thomas More Hospital di Cañon City, Colorado, in quanto non riusciva a respirare e continuava a vomitare. La donna, incinta di due gemelli, morì poco tempo dopo per un attacco cardiaco, e con lei i due feti. Due anni dopo, Jeremy, marito di Lori, ha denunciato l'ospedale, l'ostetrico reperibile e il medico del pronto soccorso di omicidio colposo, sostenendo che i gemelli si sarebbero potuti salvare con un intervento cesareo perimortem.

Il St. Thomas More Hospital è gestito dalla Catholic Health Initiatives, un'istituzione cattolica che gestisce 17 ospedali in diversi stati e che sottoscrive alle direttive della Conferenza Episcopale Statunitense; queste includono la posizione secondo la quale la santità della vita inizia «dal momento del concepimento».

Malgrado ciò, gli avvocati dell'ospedale cattolico hanno sottomesso un ricorso alla Corte Suprema del Colorado, sostenendo che secondo il Wrongful Death Act, il termine «persona» si riferisce a individui nati vivi e che per questo motivo i due feti non sono da considerarsi persone né la loro morte omicidio colposo.

Aggiornamento


La notizia della negazione della condizione di «persona» per i feti da parte dei legali dell'ospedale ha causato la reazione negativa di diversi cattolici statunitensi.

L'Arcidiocesi di Denver ha quindi chiamato a rapporto i responsabili della Catholic Health Initiatives, ottenendo la loro ritrattazione. L'arcivescovo di Denever Samuel Aquila, il vescovo di Colorado Springs Michael Sheridan e il vescovo di Pueblo Fernando Isen hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, in cui hanno ribadito che la posizione della Chiesa cattolica sostiene che «del momento del concepimento, gli esseri umani sono dotati di dignità e di diritti fondamentali, il più fondamentale dei quali è la vita».

Successivamente i responsabili del Catholic Health Initiatives (CHI) hanno dichiarato che «nella discussione con i capi della Chiesa, i rappresentanti di CHI hanno riconosciuto che sia stato moralmente sbagliato, per gli avvocati rappresentanti il St. Thomas More Hospital, citare il Wrongful Death Act dello Stato durante la difesa di questo processo».

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